giovedì 29 gennaio 2009

“La pioggia rischia di far sprofondare le aziende agricole nei debiti”. L’on. Bordo annuncia un’interrogazione al Ministro per le Politiche Agricole

“A causa delle piogge intense che si sono abbattute sulla Capitanata centinaia di aziende agricole rischiano il fallimento, perché non possono far fronte ai prestiti contratti anche per produrre l’ortofrutta che ora marcisce sotto l’acqua. E’ indispensabile che il sistema locale del credito sia al fianco di questi piccoli imprenditori”. C’è anche questa motivazione alla base dell’interrogazione al ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali annunciata dall’on. Michele Bordo, deputato del Partito Democratico, a sostegno del riconoscimento dello stato di emergenza provocato da una vera e propria calamità naturale. L’area più colpita è quella degli arenili costieri di Manfredonia, Margherita di Savoia e Zapponeta: “un fronte di circa 30 chilometri di terreno fertile, in gran parte destinato alla produzione di ortofrutta pregiata che garantisce un elevato valore aggiunto commerciale e impiega migliaia di braccianti”. Nell’interrogazione, Michele Bordo chiede di conoscere dal ministro Luca Zaia quali azioni intenda intraprendere per: favorire il celere riconoscimento dello stato di calamità naturale a sostegno delle aziende agricole del territorio della provincia di Foggia; promuovere un’intesa con i principali istituti di credito per il rinnovo dei prestiti agrari contratti dalle aziende colpite dagli eventi calamitosi; attivare misure di sostegno al reddito dei lavoratori del comparto agricolo iscritti negli elenchi anagrafici dei Centri territoriali per l’impiego della Provincia di Foggia e residenti nei Comuni colpiti dagli eventi calamitosi. “Un intero comparto economico è sprofondato in una grave crisi – conclude il deputato del PD – alla cui soluzione debbono solidalmente concorrere lo Stato, la Regione e la Provincia di Foggia per evitare che sui Comuni si scarichi una tensione insopportabile e difficilmente gestibile”.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE - 5/00917. PROVVEDIMENTI URGENTI PER LA GESTIONE DEL PARCO NAZIONALE DEL GARGANO

BORDO e MASTROMAURO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che: in data 26 febbraio 2008 il Ministro pro tempore, viste le comunicazioni della Direzione per la Protezione della Natura del Ministero, che evidenziavano il perdurare dell'assenza di indirizzo e di programmazione dell'Ente Parco nazionale del Gargano e la conclamata incapacità di gestione dello stesso, procedeva al commissariamento dell'Ente Parco; tali problematicità gestionali dell'ente, evidenziate dalla direzione competente, sono tutte contenute nella Relazione (S.I. 5889) trasmessa al Ministero dell'ambiente dall'Ispettorato Generale di Finanza - Servizi Ispettivi di Finanza Pubblica - del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato a seguito di irregolarità accertate nella verifica amministrativo-contabile eseguita presso l'Ente Parco nazionale del Gargano; gli elevati profili problematici e di criticità (amministrativo-contabile gestionale, di indirizzo e di programmazione) dell'Ente Parco, constatati, rilevati e contenuti nella Relazione dei Servizi Ispettivi della Ragioneria centrale dello Stato, e che hanno portato al commissariamento dell'Ente, sono, ad esempio: l'assenza del piano del parco, il mancato esperimento delle procedure di gara ad evidenza pubblica, le procedure selettive per incarichi di consulenza a professionisti, eccetera; tali criticità sono tuttora presenti e lontane dall'essere risolte; il Tar di Bari, con sentenza n. 996 del 22 aprile 2208, mai notificata al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha annullato il decreto di commissariamento; l'Avvocatura Distrettuale di Bari e gli uffici competenti del Ministero consigliano di appellare la sentenza al Consiglio di Stato per ottenere la sospensione degli effetti prodotti; il ministero ha rinunciato all'appello, rendendo, così, valide le controverse motivazioni della sentenza e creando un pericoloso precedente che può incidere sulla corretta funzionalità e gestione dei parchi nazionali; l'Ente Parco, dal 23 aprile 2008 al 28 agosto 2008, è rimasto privo degli organi di indirizzo, essendo nel frattempo decaduto il consiglio direttivo, e il presidente, reinsediato per effetto della sentenza del Tar di Puglia del 22 aprile 2008, ha ripreso le sue funzioni in data 29 Agosto 2008; il direttore dell'Ente, cui spetta la gestione, è stato assente per tutto il periodo del commissariamento e fino al mese di agosto, salvo sporadiche apparizioni; lo stesso Ente Parco, così come più volte segnalato dai sindaci della Comunità del Parco, soffre dei ritardi e della cronica incapacità gestionale della direzione; l'organo di indirizzo del Parco e il presidente, nonostante la verifica amministrativo-contabile eseguita presso l'Ente dai Servizi Ispettivi di Finanza Pubblica nell'ottobre del 2006, le continue segnalazioni dei sindaci della Comunità del parco le contestazioni dei sindacati dei lavoratori del parco, non hanno mai inteso prendere iniziative adeguate atte a rimuovere gli ostacoli, assicurando in questo modo una corretta gestione amministrativa dell'Ente; ad oggi la stessa direzione dell'Ente, nonostante i numerosi solleciti della competente direzione del Ministero, non ha ancora provveduto a fornire utili e adeguate spiegazioni su tutte le contestazioni e criticità contabili e amministrative accertate; da notizie riportate dalla stampa locale, il direttore dell'Ente nell'estate del 2007, disapplicando i principi di concorrenza, trasparenza e pubblicità richiesti dalla legge ha affidato l'incarico per lo svolgimento di una manifestazione alle Tremiti ad una Cooperativa di cui il coniuge risulta essere vicepresidente; il presidente del Parco, reinsediato a capo dell'Ente Parco, pur conoscendo tale fatto, non ha inteso prendere opportuni provvedimenti; l'organo di indirizzo politico del Ministero, dalla pubblicazione della sentenza del Tar di Bari ad oggi, è stato completamente assente da un così grave problema, contravvenendo ai principi ispiratori della legge quadro sulle aree protette, che prevede che sia lo stesso Ministero a vigilare e a controllare i parchi; il Ministero, con nota del 29 luglio 2008, ha avviato le procedure per la richiesta delle designazioni per la ricostituzione del Consiglio Direttivo dell'Ente; la Comunità del Parco del Gargano ha da tempo inviato al Ministero il proprio atto deliberativo con cui ha designato, a norma di legge, i suoi cinque componenti; sono scaduti abbondantemente i tempi previsti dall'articolo 9 commi 4 e 5 della legge n. 394 del 1991 e non si è ancora provveduto a nominare il nuovo Consiglio Direttivo dell'Ente; da voci e notizie provenienti dal territorio del parco, contrariamente a quanto previsto dall'articolo 9 comma 3 della legge n. 394 del 1991, il Ministro si appresta a chiedere formale intesa al presidente della Regione Puglia per la conferma per ulteriori cinque anni del reinsediato presidente dell'Ente Parco, che altrimenti concluderebbe il suo mandato il 14 giugno 2009 -: quali siano i motivi della rinuncia, da parte del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al ricorso in appello avverso la sentenza del Tar di Bari n. 996 del 22 aprile 2208; come il Governo abbia giudicato le motivazioni contenute nella relazione dei Servizi Ispettivi della Ragioneria Generale dello Stato che hanno portato al necessario commissariamento dell'Ente Parco Nazionale del Gargano; quali siano le ragioni per le quali il Governo non ha ritenuto opportuno mantenere il commissariamento; se il Governo ritenga, in osservanza delle disposizioni di legge e visto il permanere del caos gestionale e amministrativo dell'ente, di procedere con urgenza alla nomina dei 12 componenti del nuovo Consiglio Direttivo e/o comunque alla nomina della maggioranza dei suoi componenti; se il Governo abbia chiesto o intenda chiedere, e per quali motivi formali, al presidente della Regione Puglia la conferma per ulteriori cinque anni del reinsediato presidente dell'Ente Parco; se il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, quale organo vigilante e di controllo sull'attività degli Enti di gestione dei parchi nazionali, conoscendo i fatti esposti in premessa, adottato atti conseguenti e provvedimenti di autotutela per assicurare il rispetto della normativa vigente; se il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, a fronte di un'evidente situazione di conclamate incapacità gestionali dell'Ente Parco, già accertata dai Servizi Ispettivi della Ragioneria Centrale dello Stato, e del rischio di ulteriori eventuali irregolarità amministrative non intenda avviare una completa verifica, circa il rispetto della normativa, di tutti gli atti amministrativi e gestionali dell'Ente Parco nazionale del Gargano finora prodotti, adottando, se necessario, provvedimenti di autotutela; se risponde al vero quanto riportato dalla stampa locale circa l'affidamento di incarico alla cooperativa del coniuge del direttore; quali iniziative e provvedimenti urgenti il Governo intenda assumere, a fronte delle richiamate violazioni normative, nei confronti del direttore del Parco, disponendo della facoltà di nomina e revoca da tale incarico; se il Governo non ritenga opportuno comunicare alla procura della Corte dei conti, visto lo stato della gestione amministrativa dell'Ente, già segnalata dai Servizi Ispettivi di Finanza Pubblica; quali iniziative e provvedimenti urgenti il Governo intenda assumere per ripristinare l'immediata funzionalità di indirizzo programmatico e gestionale dell'Ente Parco Nazionale del Gargano. (5-00917)

mercoledì 28 gennaio 2009

“Lo Stato intervenga per contenere il dissesto e prevenire una tragedia”. L’on. Bordo presenta un’interrogazione sulla situazione di Lesina Marina

“Il dissesto idrogeologico che colpisce la località balneare Lesina Marina è un evento davvero eccezionale e non può essere affrontato con gli ordinari mezzi, tecnologici e finanziari, impiegati dalla Regione Puglia in casi meno complessi di questo. L’intervento diretto dello Stato non solo è giustificato, ma è doveroso”. Lo afferma Michele Bordo, deputato del Partito Democratico, commentando la presentazione, questa mattina, di un’interrogazione urgente con cui sollecita il Governo a procedere celermente con la dichiarazione dello stato di calamità e lo stanziamento delle risorse finanziarie necessarie a contenere gli effetti dell’erosione del sottosuolo ed a prevenire la formazione di altre voragini. “I risultati del monitoraggio attuato dal comitato tecnico regionale sono inquietanti – prosegue Bordo – e davvero rischiano di avere ripercussioni negative sull’economia turistica, quindi su quella agricola, agroalimentare e artigianale, della zona. Né si può chiedere alla Regione di impegnarsi pressoché esclusivamente per Lesina Marina. Mi auguro che il capo del Dipartimento della Protezione Civile ed il ministero dell’Ambiente sappiano valutare con attenzione quanto sta accadendo sotto le case di questa frequentata località balneare – conclude il deputato del Partito Democratico – e compiano tutti gli atti necessari ad evitare che un’emergenza ambientale si trasformi in una tragedia”.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE - 5/00907. LO STATO INTERVENGA PER PREVENIRE UNA TRAGEDIA A LESINA MARINA

BORDO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che: nel mese di luglio dello scorso anno l'area della località balneare di Lesina Marina, in provincia di Foggia, è stata interessata dall'emergere di un grave e diffuso fenomeno di dissesto idrogeologico che ha provocato l'apertura di voragini nel sottosuolo anche all'interno dell'abitato; le indagini geologiche commissionate dal Comune di Lesina, dalla Provincia di Foggia e dalla Regione Puglia hanno ricondotto tale fenomeno all'erosione degli strati gessosi immediatamente sottostanti la superficie in gran parte sabbiosa del suolo; stando agli esiti dell'attività di monitoraggio, disposta ed effettuata dalla Regione Puglia in collaborazione con i Vigili del fuoco e il Dipartimento di protezione civile, l'area interessata da tale fenomeno è ormai punteggiata di crateri il cui diametro è in media di 8-10 metri e la cui profondità arriva anche a 4 metri; alcune di queste voragini hanno già provocato ingenti danni alla viabilità pubblica e fatto emergere rischi per la tenuta dell'equilibrio statico di oltre 150 alloggi; l'aggravarsi del fenomeno avrà negative ripercussioni sull'economia turistica, ed a cascata sulle piccole e piccolissime imprese agricole, agroalimentari e artigianali della zona; la Regione Puglia, già lo scorso anno, ha avanzato al Dipartimento della protezione civile formale richiesta di dichiarazione dello stato di calamità, atteso che gli studi di fattibilità elaborati per la messa in sicurezza della zona hanno fatto emergere un fabbisogno finanziario di 50 milioni di euro; tale emergenza aggrava il già critico quadro del dissesto idrogeologico di ampie zone di territorio regionale, che i fondi ordinari regionali e statali non riescono ad arginare -: se e come il Governo intenda intervenire per favorire la dichiarazione dello stato di calamità naturale relativamente all'area di Lesina Marina e stanziare le risorse necessarie a realizzare gli interventi urgenti di contenimento e prevenzione del dissesto idrogeologico. (5-00907)

giovedì 22 gennaio 2009

“Fondi per la sicurezza delle comunità che ospitano i C.A.R.A.”. L’on. Michele Bordo presenta una proposta di legge

“Al fine di garantire adeguati livelli di sicurezza e favorire l’adozione di idonee misure di assistenza, mediazione e integrazione, presso il Ministero dell’Interno è istituito il Fondo per la sicurezza delle comunità che ospitano i Centri di Accoglienza per i Richiedenti Asilo politico (C.A.R.A.) e l’integrazione dei cittadini stranieri richiedenti asilo politico”. E’ l’articolo 1 della proposta di legge elaborata e presentata dall’on. Michele Bordo, deputato del Partito Democratico, per rispondere alle esigenze di Borgo Mezzanone e di tutte le “zone periferiche, borgate o aree rurali in cui queste strutture sono collocate, con un conseguente impatto demografico e sociale di grande rilievo – afferma l’esponente del PD - perché esercitato su comunità piccole e, normalmente, non dotate dei servizi minimi indispensabili per garantire sicurezza e integrazione”. Per garantirli, il fabbisogno ipotizzato è di 1 milione di euro l’anno, da suddividere per ciascuno degli 8 centri che svolgono questa funzione (Caltanissetta, Contrada Pian del Lago - 96 posti; Crotone, località Sant’Anna 256 posti; Foggia, Borgo Mezzanone - 198 posti; Gorizia, Gradisca d’Isonzo - 150 posti; Milano, via Corelli - 20 posti; Trapani, Salina Grande - 260 posti; Bari, Palese area aeroportuale - 744 posti; Siracusa, Cassabile - 200 posti); ma l’assegnazione dei fondi deve avvenire “proporzionalmente tra ciascuno dei C.A.R.A. in ragione del numero di cittadini stranieri richiedenti asilo politico effettivamente ospitati”. Una specificazione necessaria, giacché “a Borgo Mezzanone – sottolinea Bordo – i richiedenti asilo politico ospitati sono, ormai stabilmente, più di 1.000; quindi, il dato ministeriale è una pura finzione burocratica”. La duplice finalità della proposta di legge – sicurezza e integrazione – si esplicita nella individuazione dei destinatari del fondo: “La quota assegnata a ciascuno dei C.A.R.A. è suddivisa in parti eguali tra la Prefettura competente per territorio, che provvederà all’organizzazione di servizi di tutela dell’ordine pubblico e la sicurezza, e il Comune competente per territorio, che provvederà alla strutturazione di servizi di assistenza, mediazione e integrazione”. “Contemperare la sicurezza delle comunità che ospitano queste strutture e l’integrazione dei cittadini stranieri che vi soggiornano è la soluzione più razionale ad un problema di carattere epocale – afferma Michele Bordo – Al contrario, il Governo continua a perseverare nella sua errata, improduttiva e costosa politica di emarginazione sociale e civica degli immigrati; i cui effetti negativi sono scontati dai cittadini di Borgo Mezzanone e delle altre comunità cui è imposto di farsi carico della loro disperazione”.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA - 4/02104. INTERVENTO DEL GOVERNO SUL DRASTICO TAGLIO DI IMMISSIONI IN RUOLO DEI DOCENTI DI STRUMENTO MUSICALE

BORDO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che: a seguito dei recenti provvedimenti governativi, si prevede un drastico taglio delle immissioni in ruolo, stimato in 87.400 docenti nel triennio 2009-2012; in riferimento alla valutazione dei titoli per i docenti di strumento musicale, si constata come vi sia una discrepanza tra i criteri di valutazione precedenti e quelli utilizzati con la tabella 1 del decreto ministeriale n. 53 del 21 giugno 2007, così determinando una disparità di trattamento per la valutazione degli stessi titoli; da parte delle organizzazioni sindacali si denuncia il rischio di accorpamento delle classi di concorso della scuola secondaria, A31-A32 (educazione musicale) e A77 (strumento musicale), che avrebbe come effetto la dissoluzione della trentennale esperienza delle scuole medie a indirizzo musicale e travolgerebbe quanto i conservatòri realizzano con i bienni per la formazione di docenti della scuola secondaria (decreto ministeriale n. 137 del 2007)-: se e come il Governo intenda intervenire per: a) realizzare la copertura di tutti i posti vacanti in organico di diritto, attualmente in numero superiore agli abilitati, utilizzando prioritariamente i docenti assunti in maniera continuativa con contratto a tempo determinato; b) uniformare i criteri di valutazione dei titoli, utilizzando l'allegato C del decreto ministeriale n. 123 del 2000; c) conservare, nella distinzione, come oggi risulta definita nel sistema della scuola secondaria, le classi di concorso per la scuola secondaria A31-A32 (educazione musicale) e A77 (strumento musicale).(4-02104)

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA - 4/02095. INTERVENTO URGENTE DEL GOVERNO PER GARANTIRE IL SERVIZIO DI TRASPORTO FERROVIARIO

BORDO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che: il gruppo Ferrovie allo Stato, per il tramite delle società controllate Trenitalia e Rete ferroviaria italiana, ha avviato un programma di razionalizzazione e riqualificazione del trasporto e della rete logistica ferroviaria i cui effetti si stanno dimostrando particolarmente penalizzanti per il Sud dell'Italia; in Puglia, in particolare, all'avvenuta eliminazione dei treni Eurostar sulla linea Adriatica, si è aggiunta la soppressione di alcuni collegamenti di analoga categoria sulla tratta Lecce-Roma; in provincia di Foggia, da ultimo, è stata soppressa una coppia di treni sulla tratta Foggia-Manfredonia, prevalentemente utilizzata da studenti e lavoratori pendolari, e si paventa il rischio della chiusura della biglietteria di Foggia, città di 160.000 abitanti e snodo di primaria importanza nel collegamento tra le dorsali Adriatica e Tirrenica; i vertici di Trenitalia, a più riprese, hanno sollevato dubbi circa l'effettiva disponibilità dei fondi necessari per completare il raddoppio della tratta Lesina-Termoli, sull'Adriatica, ed avviare i lavori di realizzazione della linea ad alta capacità sulla tratta Bari-Napoli -: quali azioni intenda intraprendere il Governo a tutela degli utenti del servizio di trasporto ferroviario e per garantire gli interventi di infrastrutturazione necessari al miglioramento della mobilità di persone e merci.(4-02095)

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA - 4/02094. INTERVENTO URGENTE DEL GOVERNO PER PRESERVARE LEGALITA' E SICUREZZA NELLA PROVINCIA DI FOGGIA

BORDO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (DAP) e i sindacati di categoria della Polizia penitenziaria hanno, ormai da mesi, evidenziato e denunciato l'esaurimento del cosiddetto «effetto indulto» e il riesplodere dell'emergenza sovraffollamento negli istituti di pena; stando alle pubbliche denunce dei sindacati di Polizia penitenziaria (SAPPE e OSAPP), nella casa circondariale di Foggia, il numero dei detenuti è circa il doppio rispetto ai posti disponibili, ed essa è sorvegliata da un organico carente per oltre 70 unità; il sovraffollamento, a Foggia e nella gran parte delle case circondariali, è aggravato dall'inadeguatezza delle strutture, al cui interno è frequente la violazione delle norme sulla sicurezza o la salubrità; tali argomentazioni sono state addotte dallo stesso Ministro della giustizia a motivazione della necessità di elaborazione e attuazione di un piano straordinario di edilizia carceraria, da realizzarsi anche con la collaborazione operativa e la partecipazione finanziaria del mondo imprenditoriale; per tale ragione, stando al Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, i tecnici dei ministero avrebbero elaborato uno studio preliminare che prevederebbe la chiusura della metà degli istituti di pena attualmente operativi, compresi quelli di Foggia e Lucera -: come il Governo intenda intervenire per superare lo stato di emergenza, ripristinare adeguate condizioni infrastrutturali e logistiche nelle case circondariali di Foggia e Lucera, preservare questi due presidi di legalità e sicurezza in una provincia tragicamente segnata da un elevato indice di delittuosità e criminalità.(4-02094)

mercoledì 21 gennaio 2009

Authority alimentare, Bordo scrive al ministro Vito e al presidente Fini. “E’ scaduto il termine dei 30 giorni, ma il Governo ancora non si attiva”

Scaduto, inutilmente, il termine di 30 giorni per l’adozione degli atti necessari all’attivazione dell’Agenzia nazionale per la Sicurezza alimentare, l’on. Michele Bordo, deputato del Partito Democratico, ha inviato una lettera al ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, per chiedere di “promuovere ogni azione utile ad evitare un ulteriore svilimento del ruolo istituzionale e politico della Camera dei Deputati e del Parlamento tutto”. La missiva, indirizzata anche al presidente della Camera dei Deputati, on. Gianfranco Fini, ha come evidente obiettivo il rispetto dell’ordine del giorno presentato dallo stesso on. Bordo lo scorso 18 dicembre per cercare di “sbloccare un’avvilente querelle politica e istituzionale, determinata e alimentata dall’antimeridionalismo leghista”. Di qui il richiamo al documento “approvato a larga maggioranza”, sottolinea il deputato del PD, che “impegna il Governo a confermare l'indicazione di Foggia quale sede dell'Agenzia stessa ed a predisporre, entro 30 giorni, tutti gli atti necessari per l'attivazione della sede stessa – si legge nella lettera a Vito e Fini – Il termine indicato è scaduto domenica 18 gennaio e non risulta allo scrivente che il sig. Ministro della Salute abbia formalizzato la prevista proposta di decreto, dunque che il Governo abbia dato seguito alla volontà della Camera dei Deputati. Volontà che entrambi i rami del Parlamento, peraltro, avevano ben più solennemente espresso approvando una norma che, a distanza di oltre un anno dalla sua entrata in vigore nel nostro ordinamento, non è stata ancora attuata”. “Con questo atteggiamento, il Governo assume la grave responsabilità di delegittimare le istituzioni e tradire le legittime aspettative del nostro territorio – conclude Michele Bordo – La nostra, dunque, non è una banale questione di campanile, ma una battaglia per la tutela della dignità del Parlamento ed il rispetto della legittima aspirazione della nostra comunità al formale riconoscimento del valore scientifico dei propri centri di ricerca e del ruolo di punta assunto nel settore della produzione agroalimentare d’eccellenza”.