giovedì 30 ottobre 2008

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA - 4/01491. ISTITUZIONE DI UNA SEZIONE DEI NAS NELLA PROVINCIA DI FOGGIA

BORDO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che: la produzione agricola della provincia di Foggia è pari a quella dell'intero Molise o dell'intera Basilicata, e la stessa area è leader nazionale per la produzione di grano duro, pomodoro da industria e alcune varietà di ortofrutta; nell'area industriale di Foggia è allocato il più importante pastificio del Gruppo Barilla, dopo quello storico di Parma, mentre sono in fase di ultimazione i lavori di costruzione del più grande impianto di trasformazione di pomodoro del Sud dell'Italia; l'articolo 11 del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248 (cosiddetto «Milleproroghe») prevede che, a decorrere dal 15 gennaio 2008, sia istituita l'Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, con sede in Foggia; l'accresciuta sensibilità sociale verso il tema della sicurezza elementare determina una più ampia e costante azione dello Stato in difesa dei diritti consumatori e degli interessi delle imprese rispettose delle normative nazionali e comunitarie -: se il Governo ritiene opportuno istituire nella provincia di Foggia una sezione dei Nuclei Antisofisticazione dell'Arma dei Carabinieri, sopperendo, in tal modo, alle difficoltà logistiche e operative determinate dalla distanza della centrale operativa di Bari.(4-01491)

“I Comuni terremotati non possono mendicare fondi per la ricostruzione”. Bordo presenta un’interrogazione per sostenere la richiesta di una legge

“E’ indegno costringere i sindaci dei Comuni colpiti dal terremoto del 2002 ad elemosinare i fondi per ricostruire gli edifici pubblici e le case private distrutte o danneggiate”. E’ il commento rilasciato dall’on. Michele Bordo, deputato del PD, subito dopo la presentazione dell’interrogazione, rivolta al ministro dell’Interno, con cui sollecita il Governo ad “adottare una legge che regoli questa materia, tanto sotto il profilo finanziario che normativo; nonché a stanziare, per il 2009, una somma almeno pari a quella impegnata per il 2008”. Peraltro, il primo problema è garantire l’effettivo trasferimento dei 40 milioni destinati ai Comuni pugliesi dal Governo Prodi, ottenuti grazie all’emendamento presentato in sede di discussione della Finanziaria 2007 dallo stesso Michele Bordo, e ancora non versati per intero. Tant’è che, nell’interrogazione, il deputato del PD sollecita interventi a garanzia di “un ordinato e razionale flusso di cassa in favore dei Comuni colpiti dal sisma del 31.10.2002”. “A peggiorare il quadro – continua Bordo – è l’assenza di qualsivoglia previsione finanziaria per il 2009: si rischia la paralisi dei programmi di ricostruzione e riqualificazione”. Altro problema, sollevato nell’interrogazione è la crisi indotta dall’anticipazione del termine della sospensione degli obblighi tributari a carico delle piccole e piccolissime imprese dei Comuni più colpiti dal sisma e che “ora rischiano il collasso a causa della contemporanea stretta creditizia”. La sospensiva è scaduta il 30 giugno – “come previsto dalla manovra estiva di Tremonti per recuperare 6 mesi di imposte da aziende già in deficit di liquidità” – e si chiedono “misure di intervento straordinario” “sempre che il Governo voglia evitare il fallimento, paradossale, di chi sta lavorando alla ricostruzione”. Infine, condividendo l’appello lanciato dal sindaci del Preappenino, l’on. Bordo chiede al ministero dell’Interno di promuovere “l’adozione di una legge ordinaria dello Stato che disciplini la ricostruzione” sul modello di quella varata in favore dei Comuni dell’Umbria. “Il Governo deve rendersi conto che in gioco non c’è solo l’apertura di qualche cantiere ma la sopravvivenza stessa di piccoli e piccolissimi centri già colpiti dalla riduzione di abitanti e imprese provocata dal sisma – conclude Michele Bordo – le cui Amministrazioni comunali sono faticosamente impegnate a realizzare opere e mettere in atto politiche che favoriscano il superamento definitivo dell’emergenza in cui sono precipitate il 31 ottobre del 2002”.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE - 5/00552. I COMUNI TERREMOTATI NON POSSONO MENDICARE FONDI PER LA RICOSTRUZIONE

BORDO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che: il 31 ottobre del 2002, una vasta area al confine tra il Molise e la Puglia veniva colpita da un terremoto che provocò lutti e distruzioni; a distanza di 6 anni, i sindaci dei Comuni pugliesi, dove sono stati registrati i danni più ingenti, denunciano i ritardi con cui procedono i programmi di ricostruzione del patrimonio pubblico e privato a causa della incerta disponibilità dei fondi stanziati dal Governo negli anni precedenti; al punto che, ad oggi, lamentano di non aver ancora ricevuto il contributo previsto per il 2008; gli stessi Comuni denunciano il trasferimento solo parziale delle risorse assegnate a compensazione dei tributi locali non versati dai residenti, così come stabilito con ordinanza dalla Presidenza del Consiglio dei ministri nell'immediatezza degli eventi; a seguito della conversione in legge del decreto legge n. 112 del 25 giugno 2008, al 30 giugno 2008 è stata anticipata la sospensione dei termini per gli adempimenti degli obblighi tributari, provocando difficoltà di natura finanziaria alle piccole imprese locali, comprese quelle impegnate nella ricostruzione -: come e se il Governo intenda agire per: a) garantire un ordinato e razionale flusso di cassa in favore dei Comuni colpiti dal sisma del 31 ottobre 2002; b) adottare misure di intervento straordinario in favore delle piccole e piccolissime imprese locali, anche stanziando un apposito fondo; c) assumere iniziative normative dirette a disciplinare la ricostruzione mediante una legge ordinaria, e con carattere di prevedibilità e di continuità, piuttosto che mediante provvedimenti aventi cadenza annuale. (5-00552)

sabato 25 ottobre 2008

“Tutelare gli imprenditori onesti e garantire la libera concorrenza”. Bordo ospite di Confindustria per un confronto sul tema della sicurezza

“Lo Stato deve garantire la sicurezza dei cittadini e delle imprese; ma i cittadini e le imprese hanno il dovere di essere al fianco dello Stato nella lotta alla criminalità”. Lo ha affermato l’on. Michele Bordo, deputato del PD, nell’incontro con la Giunta di Confindustria di Capitanata, organizzato dal presidente degli industriali foggiani, Eliseo Zanasi, per confrontarsi sulla proposta di legge che prevede sanzioni amministrative per l’impresa che subisce le estorsioni e non le denuncia trae vantaggio dalla relazione tra il proprietario, l’amministratore o un dirigente e la criminalità organizzata. L’obiettivo, dichiarato nella relazione introduttiva della proposta Bordo, è “punire le imprese che, non denunciando, concorrono a rafforzare le organizzazioni criminali. Sanzioni che hanno un preciso e consistente peso economico, e che determinano, appunto, anche un’evidenza sociale a cui è difficile sfuggire: interdizione dall'esercizio dell’attività; sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell’illecito; divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, salvo che per ottenere le prestazioni di un pubblico servizio; esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e l'eventuale revoca di quelli già concessi; divieto di pubblicizzare beni o servizi”. Ciò all’interno del già definito quadro normativo della legge 231/2001, con cui si è introdotta la responsabilità sociale dell’impresa. “Sanzionare chi non denuncia è, però, un corno del problema – ha affermato il deputato del PD – perché bisogna garantire anche maggiore tutela e una maggiore dotazione finanziaria al fondo istituito in favore delle vittime del racket”. L’incontro con la Giunta di Confindustria è stata anche l’occasione per ribadire la “necessità di risposte strutturali da parte del Governo per garantire adeguati livelli di sicurezza alla comunità foggiana”. Espliciti i riferimenti all’insufficienza del numero di magistrati e uomini delle forze dell’ordine, come alla necessità di istituire la sezione staccata della Corte d’Appello e il Commissariato di P. S. a San Nicandro Garganico. “Purtroppo, il Governo continua a rispondere a queste esigenze in modo burocratico: non tiene in alcun conto le esigenze effettive del nostro territorio e si appella a direttive e regolamenti o si lascia imbrigliare dai veti campanilistici della Lega”. Tornando al tema dell’incontro, “la proposta di legge – ha concluso Michele Bordo – esprime la volontà di offrire un ulteriore strumento di tutela agli imprenditori e di garanzia della libera concorrenza in economia”.

venerdì 24 ottobre 2008

“A Mezzanone 1.500 immigrati, ma niente soldi per la sicurezza”. Il Governo nega le risorse per il posto fisso di Polizia nella borgata

“Il Governo annuncia formalmente che a Borgo Mezzanone saranno presto ospitati stabilmente 1.500 immigrati, ma non prevede l’attivazione di un posto fisso di pubblica sicurezza”. E’ la sintesi della risposta fornita dal sottosegretario del Ministro dell’Interno, on. Alfredo Mantovano, all’interrogazione con cui l’on. Michele Bordo (PD) ha chiesto un intervento straordinario dello Stato per garantire “l’ordine e la pacifica convivenza tra gli abitanti della borgata e i cittadini stranieri”. L’unica novità emersa dalla relazione in Commissione Affari Costituzionali del sottosegretario è la “redazione di un progetto per la rimodulazione del centro, con la realizzazione di strutture fisse per 1.000 posti, in sostituzione delle tende attualmente esistenti”. La popolazione stabile del Centro di Accoglienza (CDA) e del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo (CARA), dunque, passerà dagli attuali 540 a 1.540: “Quasi il doppio dei residenti della borgata – sottolinea Bordo – e toccherà al Commissariato di P. S. di Manfredonia, già in affanno per carenza di uomini e risorse, occuparsi anche degli inevitabili problemi, evidenziati dallo stesso sottosegretario, connessi alla coabitazione di 35 etnie diverse”. Niente posto fisso di pubblica sicurezza, dunque, e “nessuna informazione sull’eventuale prosecuzione del servizio di pattugliamento mobile, attivato dopo la maxi rissa del 3 settembre e in scadenza il prossimo 31 ottobre”. Anche in ragione dell’annunciato incremento degli ospiti dei centri di Mezzanone, “auspichiamo l’attenzione del Governo e del Parlamento rispetto alla richiesta di costituzione di un fondo, finanziato con 2 milioni l’anno, a vantaggio dei Comuni in cui sorgono i CARA – continua Michele Bordo – destinato a garantire adeguati livelli di sicurezza e favorire l’adozione di idonee misure di assistenza, mediazione e integrazione, che i parlamentari del PD di Capitanata avanzeranno in sede di conversione del decreto legge che autorizza la costruzione di nuove strutture di accoglienza. Potrebbe essere l’occasione buona per offrire una risposta meno burocratica e più attenta ai bisogni emergenti della comunità di Borgo Mezzanone”.

martedì 21 ottobre 2008

“Sfrattano i poliziotti cerignolani perché il Governo non paga il fitto”. Michele Bordo annuncia un’interrogazione sul ‘caso Cerignola’

“Il ministero dell’Interno non sa come pagare l’affitto del Commissariato di Cerignola e i poliziotti vengono sfrattati e umiliati. Ecco i primi effetti del taglio ai fondi per la sicurezza del Paese”. Michele Bordo, deputato del PD, interviene sul ‘caso Cerignola’ e annuncia un’interrogazione urgente al ministro dell’Interno, per “tutelare il diritto alla sicurezza della comunità cerignolana, suo malgrado diventata vittima della confusione ormai regnante in questo settore chiave dell’attività di governo”. “E’ davvero assurdo immaginare che il Ministero non sia riuscito a trovare alcuna soluzione prima dell’umiliante intervento dell’ufficiale giudiziario, avvenuto questa mattina – continua Bordo – Né si possono scaricare sugli Enti locali responsabilità unicamente governative, perché non tocca ai Comuni acquisire aree edificabili o costruire commissariati. D’altronde, il Partito Democratico aveva previsto che sarebbe accaduta una cosa del genere e per questa ragione ha provato a convincere il Governo a mitigare il taglio di un miliardo ai fondi della sicurezza, proponendo lo stanziamento di 200 milioni aggiuntivi per il 2009. Nulla da fare: per il PdL la sicurezza è solo uno slogan da lanciare e agitare in campagna elettorale – conclude Michele Bordo – ora che bisogna garantirla davvero si scopre che non ci sono fondi”.

giovedì 16 ottobre 2008

Latte cinese, Bordo sollecita il Governo a “istituire l’Authority per rafforzare i controlli sui prodotti alimentari”

“La scoperta di alimenti cinesi avvelenati dalla melamina rilancia il tema della sicurezza alimentare e impone di procedere rapidamente alla costituzione dell’Authority per rafforzare la rete dei presidi e migliorare l’efficienza dei controlli”. E’ il commento di Michele Bordo, deputato del Partito Democratico, alle notizia della scoperta di 3 campioni di latte e yogurt positivi alla melamina. “L’allarme lanciato dal sottosegretario al Welfare è serio e come tale deve essere trattato innanzitutto dal Governo – continua Bordo – Per questa ragione, invito la stessa on. Martini ad attivarsi per costituire e rendere operativa l’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, che il Governo Prodi decise di insediare a Foggia. Anche alla luce delle inchieste su prodotti e marchi italiani, il tema della tutela dei consumatori è più che mai attuale – conclude il deputato del PD – ed è da irresponsabili evitare di dare corso alla legge istitutiva dell’Authority solo per ragioni di campanile o di prestigio istituzionale”.

lunedì 13 ottobre 2008

“Diffondere la cultura della legalità, tutelare le imprese che denunciano”. Bordo chiede sanzioni amministrative per le aziende che pagano in silenzio

“Se concordiamo sul principio che le imprese accondiscendenti verso il racket danneggiano il sistema economico e sociale, abbiamo il dovere di assumere la responsabilità di tutelare più e meglio chi denuncia e promuovere una maggiore responsabilità sociale da parte del sistema imprenditoriale. Dobbiamo fare in modo che scendere a patti con la mafia diventi più rischioso e meno conveniente”. In estrema sintesi, è la motivazione che ha indotto l’on. Michele Bordo (PD) a presentare una proposta di legge per estendere le sanzioni connesse alla responsabilità amministrativa anche alle aziende che traggano vantaggio dalla commissione dal favoreggiamento nei confronti di un’organizzazione mafioso-camorristica imputabile all’imprenditore o a un dirigente aziendale. “Certamente il Governo non sta svolgendo fino in fondo la sua funzione nel campo della sicurezza, settore tra i più colpiti dai tagli di Tremonti – continua Bordo – ma per vincere questa battaglia c’è bisogno di un’assunzione di responsabilità diffusa e condivisa. Anche da parte del sistema imprenditoriale: lo testimonia la positiva esperienza di Confindustria Sicilia, che è mia intenzione rafforzare con questa proposta di legge”. L’obiettivo, dichiarato nella relazione introduttiva alla pdl, è “punire le imprese che, con acquiescenza e connivenza, concorrono a rafforzare le organizzazioni criminali. Sanzioni che hanno un preciso e consistente peso economico, e che determinano, appunto, anche un’evidenza sociale a cui è difficile sfuggire: interdizione dall'esercizio dell’attività; sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell’illecito; divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, salvo che per ottenere le prestazioni di un pubblico servizio; esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e l'eventuale revoca di quelli già concessi; divieto di pubblicizzare beni o servizi”. Ciò all’interno del già definito quadro normativo della legge 231/2001, con cui si è introdotta la responsabilità sociale dell’impresa. D’altronde, il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, nella recente audizione dinanzi alle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia del Senato, “ha chiesto l’adozione di sanzioni penali nei confronti degli imprenditori che non denunciano gli estorsori; che trovano e perseguono forme di convivenza e, in molti casi, di convenienza economica. E ciò a scapito degli imprenditori onesti: quelli che denunciano, quelli che non pagano, quelli che talvolta vengono ammazzati. Ecco perché – conclude Michele Bordo – è necessario sanzionare comportamenti che sono eticamente e socialmente inaccettabili”.

venerdì 10 ottobre 2008

Conferenza stampa dell'on. Bordo sulla presentazione della proposta di legge contro le imprese che concorrono a rafforzare le organizzazioni criminali

L’on. Michele Bordo ha depositato una proposta di legge per estendere le norme sulla responsabilità amministrativa alle imprese che non denunciano estorsori ed usurai, favorendo l’incremento della pericolosità e il rafforzamento economico delle organizzazioni criminali. La proposta di legge sarà presentata nel corso della conferenza stampa convocata lunedì 13 ottobre, alle ore 11.00, presso la sede del Coordinamento provinciale del Partito Democratico (via Lecce, 12 – Foggia).

giovedì 9 ottobre 2008

Proposta di Legge. Modifiche all'articolo 25 del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231...

Onorevoli Colleghi! - Il tema della responsabilità sociale del sistema imprenditoriale rispetto al radicarsi delle organizzazioni criminali mafiose e paramafiose è tornato ad essere di grande attualità grazie, tra l'altro, al coraggio degli imprenditori siciliani e calabresi. Proprio nelle regioni in cui più forte è l'economia mafiosa e più grave la minaccia delle ritorsioni violente, i presidenti delle organizzazioni più rappresentative hanno deciso di rompere ogni legame con chi paga il pizzo e non denuncia gli estorsori. Con il consueto pragmatismo, hanno motivato tale scelta anche con la necessità di sgomberare il campo da questa forma di concorrenza sleale. La connotazione etica di questa scelta, comunque, è, con ogni evidenza, il motivo principale dell'iniziativa, che sta dando ottimi risultati, com'è dimostrato dall'incremento delle denunce all'autorità giudiziaria, dall'elaborazione di codici interni alle aziende che dettano norme e prescrizioni per garantire la legalità e la trasparenza, dalla diffusione di marchi e bollini che trasformano l'impegno antimafia in un positivo elemento di marketing. L'azione di moral suasion avviata e portata avanti con convinzione da queste organizzazioni imprenditoriali, però, non è così ampiamente e diffusamente condivisa come invece sarebbe auspicabile. Al contrario, c'è chi, all'interno delle stesse organizzazioni, sostiene l'inopportunità dell'adozione di tali norme etiche, perché emarginerebbero le vittime del racket, e chi insiste nell'attribuire esclusivamente allo Stato il compito di perseguire l'obiettivo della legalità diffusa. Così dicendo, sembra volersi affermare il principio dell'autoassoluzione delle imprese anche rispetto al concorso nella commissione di reati gravi. Lo ha ben presente il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, che, nella recente audizione dinanzi alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia del Senato, ha chiesto l'adozione di sanzioni penali nei confronti degli imprenditori che non denunciano gli estorsori e che trovano e perseguono forme di convivenza e, in molti casi, di convenienza economica. E ciò a scapito degli imprenditori onesti, quelli che denunciano, quelli che non pagano, quelli che talvolta vengono ammazzati....[continua]

mercoledì 8 ottobre 2008

Bordo: “Il Governo nega risorse alle forze dell’ordine e fa solo demagogia”. Bocciato l’emendamento alla Finanziaria che assegnava 200 milioni

La Commissione Affari Costituzionali della Camera, nella seduta odierna dedicata alla Finanziaria 2009, ha bocciato l’emendamento con cui il Partito Democratico chiedeva di incrementare il fondo destinato alle Forze dell’Ordine con lo stanziamento di 200 milioni di euro. “Ancora una volta, il Governo ha deciso di negare le risorse necessarie al miglioramento dell’apparato di sicurezza – commenta Michele Bordo, intervenuto in Commissione per presentare l’emendamento – preferendo alimentare la paura dei cittadini con l’adozione di misure demagogiche e propagandistiche, e puntando l’indice contro gli immigrati”. Il mancato accoglimento della proposta di incrementare il fondo per il 2008 è “negativamente in linea con il taglio di un miliardo di euro ai fondi destinati al ministero dell’Interno per il triennio 2009-2011”. Ed è per tale ragione che “si chiudono i commissariati, si lasciano le macchine senza benzina, non si adeguano piante organiche vecchie di 20 anni anche nei territori fortemente inquinati dalla mafia”. “A destare particolare preoccupazione – continua Michele Bordo – è l’aumento del ricorso alla cessione del quinto dello stipendio da parte degli operatori delle Forze dell’Ordine per far fronte all’incremento del costo della vita: una dose aggiuntiva di stress che non giova a loro e alla loro operatività”. “La crisi economica nazionale ed internazionale non può essere il tappeto sotto cui nascondere la polvere del malgoverno – conclude il deputato del Partito Democratico – Piuttosto, il Governo dovrebbe onestamente e apertamente dichiarare che l’incremento degli standard di sicurezza non è una priorità e smetterla di ingannare gli italiani”.

venerdì 3 ottobre 2008

mercoledì 1 ottobre 2008

“Il progetto della SS 89 non può essere bloccato dai tagli di Tremonti”. Bordo interroga il ministro Matteoli sulla copertura finanziaria per l’opera

“Il Governo ha il dovere di chiarire se l’ANAS SpA è nelle condizioni di procedere con la realizzazione del completamento delle opere di ammodernamento della strada statale 89 e in quali tempi”. Michele Bordo, deputato del Partito Democratico, lancia un allarme sulla effettiva possibilità che i lavori di messa in sicurezza della 89, nel tratto tra Amendola e Manfredonia, siano effettivamente cantierizzati dopo “il salasso subito dalle casse della società per far quadrare i conti di una manovra finanziaria poco attenta alle esigenze delle regioni meridionali”. Nell’interrogazione depositata martedì 30 settembre, l’onorevole Bordo ricorda al ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli, che “il 23 aprile 2007, rispondendo ad un’interrogazione dello scrivente, il ministero delle Infrastrutture dichiarò di avere inserito i lavori di ammodernamento del tratto compreso tra lo svincolo Sud di Manfredonia e l’aeroporto militare di Amendola nell’elenco delle priorità, assegnando un finanziamento di 44 milioni di euro”. Inoltre, “nel medesimo atto ministeriale erano elencati i documenti di programmazione in cui è inserito l’intervento in parola: bozza del programma ANAS 2007-2011, previsto dalla legge Finanziaria 2007; accordo preliminare per l’individuazione e la selezione degli interventi da inserire nei programmi nazionali di attuazione ‘Reti e Mobilità’ del Quadro di Sostegno Nazionale 2007-2013, siglato dal ministero delle Infrastrutture e dalla Regione Puglia il 28 febbraio 2007”. Tant’è che “il 17 ottobre 2007 veniva pubblicato sui sui quotidiani l’avviso con cui l’Anas – Compartimento della viabilità per la Puglia – formalizzava l’attivazione delle procedure per la cantierizzazione dei lavori di messa in sicurezza della statale 89, nel tratto che collega l’aeroporto di Amendola alla tangenziale di Manfredonia”. “Ciò che vogliamo comprendere è se anche questa progettazione tecnica e programmazione finanziaria è stata vanificata dai tagli al bilancio di Anas Spa – conclude Michele Bordo – e se i milioni di viaggiatori che percorrono annualmente questa importante arteria stradale dovranno aspettare ancora il suo adeguamento agli standard di sicurezza previsti per strade del genere”.