giovedì 9 ottobre 2008

Proposta di Legge. Modifiche all'articolo 25 del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231...

Onorevoli Colleghi! - Il tema della responsabilità sociale del sistema imprenditoriale rispetto al radicarsi delle organizzazioni criminali mafiose e paramafiose è tornato ad essere di grande attualità grazie, tra l'altro, al coraggio degli imprenditori siciliani e calabresi. Proprio nelle regioni in cui più forte è l'economia mafiosa e più grave la minaccia delle ritorsioni violente, i presidenti delle organizzazioni più rappresentative hanno deciso di rompere ogni legame con chi paga il pizzo e non denuncia gli estorsori. Con il consueto pragmatismo, hanno motivato tale scelta anche con la necessità di sgomberare il campo da questa forma di concorrenza sleale. La connotazione etica di questa scelta, comunque, è, con ogni evidenza, il motivo principale dell'iniziativa, che sta dando ottimi risultati, com'è dimostrato dall'incremento delle denunce all'autorità giudiziaria, dall'elaborazione di codici interni alle aziende che dettano norme e prescrizioni per garantire la legalità e la trasparenza, dalla diffusione di marchi e bollini che trasformano l'impegno antimafia in un positivo elemento di marketing. L'azione di moral suasion avviata e portata avanti con convinzione da queste organizzazioni imprenditoriali, però, non è così ampiamente e diffusamente condivisa come invece sarebbe auspicabile. Al contrario, c'è chi, all'interno delle stesse organizzazioni, sostiene l'inopportunità dell'adozione di tali norme etiche, perché emarginerebbero le vittime del racket, e chi insiste nell'attribuire esclusivamente allo Stato il compito di perseguire l'obiettivo della legalità diffusa. Così dicendo, sembra volersi affermare il principio dell'autoassoluzione delle imprese anche rispetto al concorso nella commissione di reati gravi. Lo ha ben presente il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, che, nella recente audizione dinanzi alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia del Senato, ha chiesto l'adozione di sanzioni penali nei confronti degli imprenditori che non denunciano gli estorsori e che trovano e perseguono forme di convivenza e, in molti casi, di convenienza economica. E ciò a scapito degli imprenditori onesti, quelli che denunciano, quelli che non pagano, quelli che talvolta vengono ammazzati....[continua]

Nessun commento: