giovedì 30 ottobre 2008

“I Comuni terremotati non possono mendicare fondi per la ricostruzione”. Bordo presenta un’interrogazione per sostenere la richiesta di una legge

“E’ indegno costringere i sindaci dei Comuni colpiti dal terremoto del 2002 ad elemosinare i fondi per ricostruire gli edifici pubblici e le case private distrutte o danneggiate”. E’ il commento rilasciato dall’on. Michele Bordo, deputato del PD, subito dopo la presentazione dell’interrogazione, rivolta al ministro dell’Interno, con cui sollecita il Governo ad “adottare una legge che regoli questa materia, tanto sotto il profilo finanziario che normativo; nonché a stanziare, per il 2009, una somma almeno pari a quella impegnata per il 2008”. Peraltro, il primo problema è garantire l’effettivo trasferimento dei 40 milioni destinati ai Comuni pugliesi dal Governo Prodi, ottenuti grazie all’emendamento presentato in sede di discussione della Finanziaria 2007 dallo stesso Michele Bordo, e ancora non versati per intero. Tant’è che, nell’interrogazione, il deputato del PD sollecita interventi a garanzia di “un ordinato e razionale flusso di cassa in favore dei Comuni colpiti dal sisma del 31.10.2002”. “A peggiorare il quadro – continua Bordo – è l’assenza di qualsivoglia previsione finanziaria per il 2009: si rischia la paralisi dei programmi di ricostruzione e riqualificazione”. Altro problema, sollevato nell’interrogazione è la crisi indotta dall’anticipazione del termine della sospensione degli obblighi tributari a carico delle piccole e piccolissime imprese dei Comuni più colpiti dal sisma e che “ora rischiano il collasso a causa della contemporanea stretta creditizia”. La sospensiva è scaduta il 30 giugno – “come previsto dalla manovra estiva di Tremonti per recuperare 6 mesi di imposte da aziende già in deficit di liquidità” – e si chiedono “misure di intervento straordinario” “sempre che il Governo voglia evitare il fallimento, paradossale, di chi sta lavorando alla ricostruzione”. Infine, condividendo l’appello lanciato dal sindaci del Preappenino, l’on. Bordo chiede al ministero dell’Interno di promuovere “l’adozione di una legge ordinaria dello Stato che disciplini la ricostruzione” sul modello di quella varata in favore dei Comuni dell’Umbria. “Il Governo deve rendersi conto che in gioco non c’è solo l’apertura di qualche cantiere ma la sopravvivenza stessa di piccoli e piccolissimi centri già colpiti dalla riduzione di abitanti e imprese provocata dal sisma – conclude Michele Bordo – le cui Amministrazioni comunali sono faticosamente impegnate a realizzare opere e mettere in atto politiche che favoriscano il superamento definitivo dell’emergenza in cui sono precipitate il 31 ottobre del 2002”.

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