giovedì 26 giugno 2008

Scarcerazione boss, Bordo chiede “trasparenza sulla cause”. E propone un “piano straordinario per la sicurezza sul Gargano”

“E’ difficile perfino trovare le parole giuste per esprimere l’indignazione per la scarcerazione di presunti boss e killer della mafia garganica”. Lo afferma Michele Bordo, deputato del PD, commentando la notizia dell’imminente ritorno in libertà del gotha dell’organizzazione mafiosa, ritenuta responsabile di decine di omicidi, estorsioni, traffico di droga ed altri gravissimi reati consumati nei territori di Monte S. Angelo, Manfredonia, San Nicandro Garganico. “Fino a ieri, in questi paesi, regnava il silenzio, la tipica pax mafiosa imposta dallo Stato con gli arresti – continua Bordo – ma chi conosce quegli ambienti sa che un’altra guerra di mafia può esplodere da un momento all’altro. Il ritorno dei boss può rappresentare il detonatore di una nuova esplosione di violenza. Le vittime delle organizzazioni criminali, i cittadini di questi paesi hanno il diritto di sapere perché e come è potuto accadere un fatto così grave. Per questa ragione, rivolgo un appello ai vertici del Tribunale di Foggia: spiegateci cosa non ha funzionato rendendo trasparenti procedure e problemi altrimenti poco comprensibili e ignoti”. Il deputato del PD annuncia, quindi, la presentazione di un’interrogazione al ministro della Giustizia. “Non è mia intenzione puntare l’indice contro qualcuno; anche se le eventuali responsabilità individuali vanno accertate ed eventualmente perseguite. Ciò che rileva è comprendere come sia potuto accadere che un uomo, accusato di 13 omicidi, sia libero di tornare a frequentare i luoghi della mattanza, cosa dobbiamo dire ai parenti delle vittime, quali sono le misure adottate per evitare che si incrocino per strada o in una bar del paese. E’ nostro diritto conoscere e comprendere ogni risvolto di questa assurda vicenda – conclude Michele Bordo – per poter far comprendere l’urgenza della definizione e attuazione di un vero e proprio piano strutturato per la sicurezza e la legalità nelle aree a rischio, fondato su investimenti destinati al potenziamento degli organici e delle dotazioni, finanziarie e infrastrutturali, degli apparati giudiziari e delle forze dell’ordine”.

giovedì 19 giugno 2008

“La Provincia solleciti il decreto per attivare l’Authority”. Bordo invita Pepe ad organizzare la mobilitazione istituzionale

“Di fronte all’ennesimo tentativo del Governo di svicolare rispetto alle responsabilità da assumere per l’attivazione dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Alimentare, chiedo formalmente al presidente della Provincia di Foggia, l’on. Antonio Pepe, di richiedere un incontro a Palazzo Chigi, preceduto dalla convocazione di un incontro con i parlamentari ed i rappresentanti del comitato promotore dell’Authority”. E’ la reazione di Michele Bordo, deputato del PD, alle dichiarazioni della sottosegretaria al Welfare, la leghista Francesca Martini, che, in risposta ad un’interrogazione della senatrice Poli Bortone (PdL), ha dichiarato: “La valutazione sulla collocazione della Authority sulla sicurezza alimentare sarà certamente di materia collegiale e condivisa”. “La sottosegretaria insiste con questo atteggiamento evasivo ed arrogante – continua Bordo – offensivo per un intero territorio, la Capitanata, che merita maggiore rispetto. Il fatto che la Marini non cambi idea neanche di fronte alla sollecitazione di una senatrice di maggioranza è un ulteriore indizio del tentativo di scippo messo in atto dalla Lega. Dopo le interrogazioni, le interpellanze e le mozioni parlamentari, presentate e sottoscritte da tutti i rappresentanti della Capitanata e della Puglia, è necessario un intervento diretto e urgente della Provincia di Foggia, quale ente rappresentante dell’intero territorio. Per questo, ancora una volta, invito il presidente Pepe a farsi carico della responsabilità di rappresentare e sostenere le legittime aspirazioni della nostra terra in un confronto serrato con i vertici del Governo. E’ a Palazzo Chigi – conclude Bordo – che devono avere il dovere, ed il coraggio, di dirci se e quando sarà predisposto il decreto per l’utilizzo dei fondi stanziati in favore dell’Authority”.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA - 4/00404. PERCORSO DEI RIFIUTI CAMPANI ATTRAVERSO IL PREAPPENNINO

BORDO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che: a seguito dei provvedimenti adottati dal Consiglio dei Ministri per la soluzione dell'emergenza rifiuti in Campania è stato attivato l'impianto di stoccaggio di rifiuti solidi urbani nella discarica di Savignano Irpino, località Pustarza, a ridosso del confine con la Puglia, che, a regime, conterrà 700.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani; il piano organizzativo messo a punto dalla struttura incaricata della gestione della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in Campania prevede che i tir carichi di immondizia attraversino il territorio di 5 Comuni della Capitanata - Accadia, Anzano, Monteleone di Puglia, Panni e Sant'Agata di Puglia - con la frequenza di un carico ogni 12 minuti; il percorso si dipana quasi interamente sulla rete stradale provinciale, particolarmente debole a causa dei frequenti e diffusi fenomeni di dissesto idrogeologico, quindi del tutto inadatta a sopportare un simile sforzo; tutti i centri citati sono localizzati in zone di pregio ambientale e sono essi stessi borghi storici in cui sono stati attivati, anche con fondi pubblici, programmi di sviluppo e promozione del turismo verde ed enogastronomico; le comunità e gli amministratori dei centri indicati lamentano di non essere stati adeguatamente coinvolti nelle riunioni tecniche in cui si è deciso l'attuale percorso, e di non conoscere le ragioni che hanno indotto a scartarne altri tutti interni al territorio della Campania -: quali siano le motivazioni che hanno determinato la scelta di tale percorso stradale da parte della struttura tecnica competente della gestione dell'emergenza rifiuti in Campania; quale sia l'iter amministrativo seguito per attivare il transito dei camion carichi di immondizia; se e come, il Governo intenda intervenire per verificare l'esistenza di percorsi alternativi e meno rischiosi per la popolazione e il territorio della Puglia. (4-00404)

Proposta di Legge. Norme per l’attuazione della mobilità volontaria dei lavoratori

ONOREVOLI COLLEGHI! Uno degli obiettivi qualificanti di ogni azione di governo è favorire l’incremento dei livelli occupazionali in uno con il miglioramento delle condizioni in cui l’attività lavorativa è svolta. Quest’ultimo aspetto assume particolare rilievo rispetto a quanti, lavoratrici e lavoratori, esercitano la propria professione o svolgono il proprio impiego assumendo su di sé lo stress psico-fisico e, in molti casi, l’onere economico della mobilità. Il nostro Paese, a più e diversi livelli, sopporta un costo, economico e sociale, crescente a causa della diffusione del ‘pendolarismo’ di lavoratori dalla località di residenza familiare al luogo di lavoro e viceversa. La riduzione del pendolarismo, dunque, è interesse di lavoratori e aziende, pubbliche o private che siano, e, ancor più, dell’intera collettività. Al punto da legittimare un intervento legislativo che favorisca e incentivi l’attuazione di misure costruite per la realizzazione di questo obiettivo attraverso il rafforzamento dell’istituto della Mobilità Volontaria. Per Mobilità Volontaria si deve intendere lo spostamento del luogo fisico/geografico di lavoro attuato dal lavoratore a seguito di una domanda esplicita e determinato da esigenze personali o di carattere familiare, nuovi obiettivi formativi e/o professionale. I benefici collegati all’attuazione della Mobilità Volontaria sono evidenti. Il lavoratore che riesca ad ottenere l’avvicinamento alla propria sede di residenza realizza, innanzitutto, un notevole risparmio delle spese sostenute per lo spostamento. Ciò determina un indiretto incremento di reddito ed elimina un costo aggiuntivo surrettizio della prestazione d’opera. La riduzione del numero di pendolari, al pari della riduzione delle tratte percorse, determina effetti positivi diretti sul sistema dei trasporti e sulle reti a servizio del sistema stesso. La diminuzione del traffico veicolare privato, infatti, favorisce la riduzione del tasso di incidentalità e, dunque, anche dei costi sociali e sanitari ad esso connessi, e ne migliora la sostenibilità ambientale. Il minor affollamento dei mezzi pubblici, notoriamente inadeguati sotto il profilo della quantità, migliora la qualità del servizio pubblico stesso. L’avvicinamento della sede di lavoro alla residenza del lavoratore produce effetti positivi sulle sue relazioni familiari e sociali, con indubbi benefici sotto il profilo psico-fisico, anche a vantaggio della produttività...[continua]

mercoledì 18 giugno 2008

Bordo presenta 3 emendamenti al Decreto fiscale per recuperare i fondi in favore di centri terremotati, piccoli Comuni, Fiera di Foggia

Con l’obiettivo di recuperare i fondi tagliati ai centri colpiti dal terremoto, ai piccoli Comuni e alla Fiera di Foggia, Michele Bordo, deputato del Partito Democratico, ha presentato 3 emendamenti al Decreto Fiscale in discussione da oggi a Montecitorio. Nel dettaglio, l’on. Bordo punta a ripristinare lo stanziamento di 3,5 milioni di euro, per il 2008 (art. 2, comma 331 - Finanziaria 2008), finalizzato alla realizzazione del Programma di difesa del suolo nei territorio dei piccoli Comuni segnati dal dissesto idrogeologico. Al Governo si chiede anche di escludere dai tagli il comma 261 dell’art.2 della stessa Finanziaria, poiché contiene lo stanziamento di 4 milioni per il 2008, ed altrettanti per il 2009, finalizzato alla realizzazione di infrastrutture a servizio anche della Fiera di Foggia. L’ultimo emendamento firmato da Bordo ha come obiettivo il totale recupero dei fondi destinati alle agevolazioni fiscali in favore dei residenti nei Comuni copiti dal sisma del 2002, inseriti nel Milleproroghe. “La valanga di emendamenti presentati testimonia lo scarso gradimento parlamentare della demagogica manovra elaborata da Tremonti – commenta Michele Bordo – E’, dunque, ipotizzabile qualche correttivo alla stesura originaria del decreto, ma temo si trovi spazio solo per le richieste leghiste e dei territori del Nord del Paese. Magari riusciremo a recuperare i fondi per la Fiera di Foggia e quella del Levante, perché lo stanziamento interessa anche Padova e Verona. Per questa ragione – conclude Michele Bordo – auspico il sostegno bipartisan agli emendamenti che interessano la Capitanata e, ancor più, mi auguro una chiara e netta presa di posizione da parte del presidente della Provincia”.

Proposta di Legge. Norme per l’installazione di distributori multienergy di carburante per autotrazione sul territorio italiano

ONOREVOLI COLLEGHI! Com’è noto a tutti, in questo ultimo periodo si è notevolmente sviluppato il dibattito sull’inquinamento atmosferico e i suoi disastrosi effetti sulla salute dell’uomo e del pianeta, sotto forma di surriscaldamento globale. Su scala mondiale l’impatto ambientale del settore trasporti, sia di persone che di merci, è diventato sempre più significativo. Localmente cresce l’esigenza di affrontare il tema della mobilità urbana sotto il profilo dell’efficienza energetica e della logistica dei trasporti. Tra i problemi ambientali causati dalle sostanze emesse dai veicoli, due si distinguono in modo particolare: l'inquinamento e i conseguenti effetti sulla salute; la pericolosa concentrazione di prodotti tossici negli ambienti cittadini. Come si evince da uno studio dell'Organizzazione mondiale della Sanità, qui riportato in parte, “la media dei livelli di PM10 nelle città italiane nel periodo 2002-2004 è passato dai 26.3 ai 61.1 mg/m3. L'impatto dell'inquinamento dell'aria sulla salute umana è allarmante: 8220 decessi all'anno, in media, sono attribuibili alle concentrazioni di PM10 superiori ai 20 mg/m3. Questo corrisponde al 9% della mortalità per tutte le cause (esclusi gli incidenti) in una popolazione sopra i 30 anni di età. L'impatto della mortalità a breve termine è di 1372 decessi, cioè 1.5% della mortalità totale nell'intera popolazione. Anche i livelli dell'ozono nell'atmosfera destano preoccupazione: l'impatto dell'ozono a concentrazioni superiori ai 70 mg/m3 è stimato dello 0.6% di tutte le cause di morte”. La combustione dei veicoli genera CO2: ‘gas serra’ responsabile del surriscaldamento dell'atmosfera su scala mondiale. Ciò si presenta ormai come problema tangibile che lascia temere una catastrofe ecologica di ampia scala a breve-medio termine. Per far fronte a questi problemi, alla fine del XX secolo, le disposizioni sulle emissioni di gas si sono inasprite: in particolare, con l'introduzione delle norme europee Euro, i produttori di automobili sono stati incitati a ridurre le emissioni tossiche e inquinanti dei veicoli progettando motori “moderni”...[continua]

martedì 17 giugno 2008

Proposta di Legge. Istituzione del Fondo per l’erogazione di contributi per l’autocostruzione della prima casa

ONOREVOLI COLLEGHI! Il diritto alla casa, espressione pratica dell’universale diritto a vivere in modo dignitoso e decoroso, è uno dei pilastri del nostro sistema di welfare; su cui si sono fondati anche alcuni tra i più ambiziosi e qualificati progetti di urbanizzazione del nostro Paese. L’interpretazione e l’attuazione concreta del diritto alla casa, com’è ovvio, è stata fortemente influenzata dalle diverse e successive modifiche, innovazioni e rivoluzioni, anche culturali, che hanno interessato il concetto stesso di welfare in Italia. Ed oggi, in particolare, occore confrontarsi, anche rispetto a questo segmento solidaristico, con l’imprescindibile principio della sostenibilità economica dello stato sociale. E’ a voi tutti nota la crisi finanziaria che, non da oggi, attanaglia l’Istituto Autonomo Case Popolari e tutti, o la gran parte degli Enti pubblici deputati all’attuazione dei programmi di edilizia economica e popolare. A fronte del positivo dinamismo del settore immobiliare, traino economico fondamentale in molte zone del Paese, abbiamo progressivamente assistito ad una riduzione delle costruzioni di alloggi destinati, appunto, all’attuazione del diritto alla casa. Ciò anche a causa dell’esponenziale aumento dei costi di gestione di un patrimonio immobiliare pubblico sempre più obsoleto e malamente curato. La situazione complessiva dell’edilizia sociale in Italia risulta, dunque, critica. Basti considerare che recenti stime calcolano l’esistenza di oltre 2.000.000 di famiglie con redditi ineriori alla soglia di povertà di fronte ed un patrimonio immobiliare di 900.000 alloggi a canone sociale. Le criticità sono state altrettanto esponenzialmente aggravate dalla crescita del numero di immigrati. In gran parte si tratta di donne, uomini e nuclei familiari ai quali il mercato immobiliare nega ogni possibilità di accesso; così come difficilissimo si dimostra anche l’accesso alle graduatorie per l’assegnazione di alloggi costruiti dai Comuni o dagli IACP...[continua]

lunedì 16 giugno 2008

Proposta di Legge. Istituzione nel territorio della Provincia di Foggia del Parco archeologico e culturale della Daunia

ONOREVOLI COLLEGHI, il territorio della provincia di Foggia, conosciuto nell’antichità con il nome di Daunia, rappresenta uno dei bacini archeologici più ricchi e al contempo poco conosciuti e ancor meno valorizzati della Puglia e dell’Italia meridionale peninsulare. Una risorsa culturale il cui valore è difficile da stimare, perché con altrettanta difficoltà procede l’opera, meritoria, delle agenzie pubbliche, innanzitutto l’Università degli Studi di Foggia e la Soprintendenza per i Beni archeologici della Puglia, impegnate nella scoperta, classificazione, messa in sicurezza e salvaguardia di siti molto spesso localizzati a diversi chilometri di distanza dalle aree urbane. Tranne rare eccezioni, dunque, il connotato identificativo della gran parte del patrimonio storico-archeologico è l’incuria: l’abbandono all’azione degli agenti atmosferici, al saccheggio da parte dei tombaroli, all’occultamento o la distruzione da parte di chi teme le conseguenze di vincoli stringenti e improduttivi. A motivare tutto ciò, nella stragrande maggior parte dei casi, non è tanto la scarsa volontà delle Amministrazioni comunali e delle altre istituzioni territoriali, quanto l’esiguità delle risorse disponibili per interventi di tutela in Comuni segnati da problemi sociali come la disoccupazione a livelli superiori alla media regionale e nazionale o l’emergenza abitativa; dove i tagli ai trasferimenti dello Stato hanno provocato il generale indebolimento della indispensabile rete di solidarietà sociale. Insomma, dove non è possibile investire denaro per evitare il crollo di un ipogeo, perché bisogna prima pensare a costruire nuovi lotti del cimitero. Il degrado o, peggio, la scomparsa di pezzi del patrimonio archeologico della Daunia, oltre a determinare l’impoverimento culturale della comunità foggiana, e non solo di questa, provoca un vero e proprio danno economico, perché impedisce la valorizzazione del patrimonio stesso a fini turistici. La provincia di Foggia è meta di flussi turistici tra i più apprezzabili della Puglia e dell’intera Italia grazie alla presenza di mete balneari – il Gargano – religiose – San Giovanni Rotondo, Monte Sant’Angelo e Foggia – e ambientali – il Parco nazionale del Gargano – attorno a cui si è creata una rete di strutture e servizi di assoluto rilievo, tanto sotto il profilo quantitativo che qualitativo...[continua]

“Il Governo spieghi perché l’immondizia attraversa il Preappennino”. Bordo annuncia la presentazione di un’interrogazione urgente

Michele Bordo, deputato del PD, annuncia la presentazione di un’interrogazione urgente al Ministro dell’Ambiente per comprendere quali siano le “motivazioni che hanno determinato la scelta di far transitare l’immondizia napoletana in territorio pugliese, scartando tutti i i possibili percorsi interni alla regione Campania e provocando disagi e rischi alle popolazioni di 5 Comuni del Preappennino Dauno”. Con l’interrogazione, Bordo intende attirare l’attenzione delle strutture deputate alla gestione dell’emergenza rifiuti che “il percorso si dipana quasi interamente sulla rete stradale provinciale, particolarmente debole a causa dei frequenti e diffusi fenomeni di dissesto idrogeologico, quindi del tutto inadatta a sopportare un simile sforzo”. Inoltre, i centri interessati dal passaggio “sono localizzati in zone di pregio ambientale e sono essi stessi borghi storici in cui sono stati attivati, anche con fondi pubblici, programmi di sviluppo e promozione del turismo verde ed enogastronomico”. Infine, “le comunità e gli amministratori dei centri indicati lamentano di non essere stati adeguatamente coinvolti nelle riunioni tecniche in cui si è deciso l’attuale percorso, e di non conoscere le ragioni che hanno indotto a scartarne altri tutti interni al territorio della Campania”. “La militarizzazione del sito di Pustarza potrà evitare i blocchi stradali ed altre forme eclatanti di protesta – continua Bordo – ma non si possono affrontare problemi di tale gravità senza il coinvolgimento delle comunità che più direttamente subiscono le conseguenze dell’emergenza. Tra la gente di Accadia, Anzano, Monteleone di Puglia, Panni e Sant’Agata di Puglia inizia a farsi strada l’idea che i tir siano stati dirottati in Puglia per non avere problemi con i paesi irpini. Mi auguro non sia così – conclude Michele Bordo – altrimenti, alla debolezza mostrata dal Governo, in questo frangente, si assommerebbe la subalternità politica dei rappresentanti del nostro territorio nel Governo stesso e nella maggioranza che lo sostiene”.

domenica 15 giugno 2008

Proposta di Legge. Istituzione della Soprintendenza ai Beni Archeologici

ONOREVOLI COLLEGHI, il territorio della Puglia settentrionale, circoscritto dai confini amministrativi della provincia di Foggia e dell’istituenda provincia di Barletta-Andria-Trani (di seguito BAT), è caratterizzato dalla presenza di numerosi e ricchi giacimenti archeologici. Lo testimoniano le campagne di scavo che, a partire dalla seconda metà dell’800, hanno consentito di riportare alla luce preziosissimi reperti (alcuni dei quali esposti nel prestigioso British Museum di Londra) e complessi architettonici di assoluto pregio, testimonianza della complessità sociale e della capacità economica delle comunità locali. A governare, sotto il profilo amministrativo, questo vasto e inestimabile patrimonio è la Soprintendenza ai Beni Archeologici di Taranto: centro di eccellenza riconosciuto a livello nazionale ed europeo, ma sempre più in difficoltà nella gestione operativa delle proprie competenze su un territorio vasto quanto l’intera Puglia. Basti considerare che fanno capo agli uffici tarantini i musei statali di Bari, Egnazia, Gioia del Colle, Manfredonia, Ruvo di Puglia e Taranto e tutti i siti archeologici pugliesi. Proprio la distanza dal territorio, unita alle ridotte disponibilità in termini di risorse umane, ha determinato più di un’incomprensione tra le Amministrazioni comunali e la stessa Soprintendenza, con il risultato di ridurre la tutela dei beni archeologici alla mera apposizione di vincoli: tanto assoluti quanto, talvolta, poco comprensibili nell’ottica della valorizzazione, anche a fini economici, di questo patrimonio. Ancora con riguardo alle province di Foggia e BAT, si registra una costante attività da parte di vere e proprie organizzazioni delinquenziali dedite al traffico di reperti archeologici e di materiali edili di epoca antica. Si deve alla loro attività, ad esempio, il saccheggio delle necropoli di Arpi e Canosa o lo smantellamento di alcune bellissime masserie edificate tra il 600 e l’800. Pur lodando l’impegno con cui operano i carabinieri e lo spirito di collaborazione e iniziativa evidenziato dalle Forze dell’Ordine che operano nei territori delle province di Foggia e BAT, risulta evidente la difficoltà di garantire un adeguato livello di tutela e sicurezza di un patrimonio tanto ricco quanto diffuso territorialmente. Quanto sin qui sostenuto motiva la presentazione della proposta di legge per l’istituzione della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Puglia settentrionale, con competenza sui territori delle province di Foggia e BAT, da ritenersi anche quale primo atto concreto in direzione dell’istituzione di un Nucleo di Tutela del Patrimonio Artistico dei Carabinieri competente ad operare sullo stesso territorio... [continua]

sabato 14 giugno 2008

“I tir dell’immondizia inquinano e paralizzano la zona di Monteleone”. Bordo sollecita l’intervento di Prefettura e Provincia a tutela del paese

“A Monteleone di Puglia e nel territorio circostante c’è il serio rischio che la soluzione dell’emergenza rifiuti della Campania provochi un serio problema di inquinamento ambientale e di dissesto della rete stradale”. L’allarme lo lancia Michele Bordo, deputato del Partito Democratico, dopo avere appreso che “il piano, comunicato alla stampa, di riempimento della discarica di Svignano prevede il transito di un tir ogni 12 minuti”. “Comprendo le difficoltà di gestione di un simile volume di traffico – continua Bordo – ma è necessario valutarne gli effetti su un territorio fragile qual è quello del Preappennino. Far transitare un tir ogni 12 minuti all’interno del centro abitato, di fatto, significa bloccare la mobilità locale. Significa liberare in un solo giorno la quantità di gas di scarico che, con ogni probabilità, a Monteleone si produce in un anno. Significa sottoporre ad uno stress, forse fatale, la già fragile rete viaria. L’emergenza rifiuti in Campania è una questione nazionale, cui ciascuno deve contribuire come può – sottolinea Michele Bordo – ma è doveroso, innanzitutto, informare le popolazioni, correttamente e nel dettaglio, su quali sono le conseguenze collaterali e accessorie alla soluzione adottata. Quindi, è ancora più doveroso ridurre al minimo l’impatto di tale soluzione sulle comunità che stanno offrendo un decisivo contributo di solidarietà civica. Ritengo opportuno – conclude il deputato del PD – un intervento della Provincia, della Prefettura e di tutte le istituzioni regionali e locali coinvolte in questo problema, affinché si verifichino gli effetti del piano elaborato per la discarica di Svignano e si adottino gli eventuali correttivi a tutela della popolazione di Monteleone e di quell’area preappenninca”.

venerdì 13 giugno 2008

Discorso dell'on. Michele Bordo al Convegno "Il PD e il Mezzogiorno" a Bari

È davvero complicato parlare di Mezzogiorno, di valorizzazione delle enormi risorse del Sud dell’Italia quando al Governo ci sono i cultori dell’antimeridionalismo. In campagna elettorale avevamo detto che se avesse vinto il PDL, il peso della lega avrebbe portato a scelte di governo contro il Mezzogiorno e a favore del nord. Noi non abbiamo mai fatto, per il sud, rivendicazioni assurde. Abbiamo sempre chiesto il giusto. Siamo per costruire un vero equilibrio tra le diverse regioni italiane, senza penalizzazioni per nessuno. Nel Mezzogiorno ci vogliono infrastrutture, investimenti, sviluppo, innovazione. Per quanto ci riguarda, è indispensabile che si riparta dalle regioni meridionali perché solo così si creano le condizioni per far ripartire tutto il Paese. L’attuale governo, invece, ha scelto un’altra strada: togliere al sud per dare al nord. Con il decreto fiscale, varato a Napoli, oltre 1,3 miliardi di euro, solo nel 2008, passeranno dal sud al nord. Il provvedimento sull’ICI e sulla detassazione degli straordinari favorirà principalmente le regioni settentrionali. È al nord, infatti, che si trova la gran parte dei lavoratori che beneficeranno della detassazione sugli straordinari; è nelle città del nord che i valori catastali degli immobili, che poi determinano l’importo dell’ICI, sono sensibilmente più alti che al sud. I primi passi di questo governo, insomma, hanno determinato una vera e propria redistribuzione di risorse dal sud verso il nord... [continua]

giovedì 12 giugno 2008

Cassa integrazione per i pescatori e tagli all’IVA per le imprese. I parlamentari pugliesi del PD presentano una risoluzione sulla pesca

“Il Governo italiano deve uscire dall’immobilismo e cogliere al volo l’apertura dell’Unione europea sulla rimodulazione degli aiuti di Stato per i settori in crisi a causa dell’impennata del prezzo del petrolio”. E’ il commento di Michele Bordo, deputato del PD, alla presentazione di una risoluzione in Commissione Agricoltura a sostegno della pesca. Il documento è stato sottoscritto da tutti i deputati Democratici pugliesi ed ha come obiettivo, in sintonia con le organizzazioni professionali e sindacali di settore, la sollecitazione all’adozione di misure per il contenimento del costo del carburante e per la rimodulazione del Fondo Europeo Pesca (FEP). “Proprio all’interno del FEP – spiega Bordo – dovrebbero essere previsti indennizzi agli armatori ed agli equipaggi costretti alla riduzione dell’attività sia a causa del caro gasolio che per favorire una ripresa del prezzo della materia prima. Contestualmente, assecondando il nuovo orientamento della Commissione UE, si dovrebbero attuare misure per la sostituzione dei motori e la diffusione di carburanti alternativi al gasolio tradizionale”. Nel frattempo che la discussione in sede comunitaria approdi ad esiti operativi, “chiediamo al Governo di attuare concretamente l’equiparazione degli imprenditori ittici e di quelli agricoli. A partire dall’estensione ai pescatori della cassa integrazione prevista per il settore agricolo e individuando altro tipo di ammortizzatori sociali a vantaggio della piccola pesca dove, in molti casi, l’armatore corrisponde al pescatore. Fondamentale – continua Bordo – è anche l’applicazione degli sgravi sull’IVA”. Allo scopo di recuperare il maggior costo della materia prima, senza incidere sul prezzo al consumo, e “per scongiurare i rischi connessi all’inasprimento della contrapposizione tra pescatori e commercianti – sottolinea il deputato del PD – chiediamo al Governo di aprire un tavolo di confronto tra il mondo della pesca e le rappresentanze del commercio e della grande distribuzione organizzata”. “Le proteste di pescatori, agricoltori e autotrasportatori hanno convinto la Commissione a mettere mano al regolamento comunitario in materia di aiuti di Stato diretti all’impresa – conclude Michele Bordo – ed è un’occasione che non possiamo perdere. Per questa ragione, invito la Regione Puglia e la Provincia di Foggia a farsi promotrici di ulteriori iniziative istituzionali se, davvero, vogliamo operare per la riqualificazione e la salvezza di questo settore economico”.

mercoledì 11 giugno 2008

Istituzione a Foggia delle sezioni staccate della Corte d’Appello e della Corte d’Assise d’Appello di Bari e del Tribunale per i minorenni

ONOREVOLI COLLEGHI! – Il territorio della provincia di Foggia si caratterizza anche per la presenza di due circoscrizioni giudiziare – i Tribunali di Foggia e Lucera – la cui ragion d’essere è collegata a diversi elementi: vastità del territorio, numero di residenti, indicatori giudiziari. Per numero di Comuni ed estensione territoriale, quella di Foggia è tra le province italiane più grandi; caratterizzata, inoltre, dalla compresenza di subsistemi geografici – zone appenniniche, Gargano, Piana del Tavoliere – che rendono particolarmente difficoltosi i collegamenti tra le diverse località. A maggior ragione tra i centri della provincia di Foggia e il capoluogo regionale, sede della Corte d’Appello, della Corte d’Assise d’Appello e del Tribunale per i minorenni più vicini: in media occorre percorrere 165 chilometri per raggiungere Bari (ma gli abitanti di Vico del Gargano ne devono percorrere 232) con tutto ciò che ne consegue in termini di costi per i cittadini. In rapporto alla popolazione residente – oscillante tra i 650.000 e i 700.000 abitanti – il numero degli affari penali e civili è tra i più rilevanti dell’intera regione Puglia. Ciò anche a causa, sotto il profilo penale, dell’emersione di organizzazioni criminali di chiaro stampo mafioso, come accertato dalla magistratura. E’ quest’ultimo un elemento di forte pericolosità sociale e di elevata criticità economica, cui è necessario rispondere con l’attivazione, da parte dello Stato, di misure idonee sotto il profilo della prevenzione e della repressione. Tra queste c’è la costituzione della sezione locale della Direzione Distrettuale Antimafia, attuabile solo laddove esista una Corte d’Appello. Infine, la mancanza del Tribunale per i minorenni, e di un collegato istituto per la rieducazione minorile, provoca enormi disagi sotto il profilo sociale ai ragazzi coinvolti in procedimenti penali e alle loro famiglie, per la gran parte economicamente svantaggiate, le cui relazioni vengono di fatto interrotte pressoché totalmente a causa della distanza con il capoluogo regionale. Nasce da queste considerazioni la proposta di legge per l’istituzione a Foggia delle sezioni staccate della Corte d’Appello e della Corte d’Assise d’Appello di Bari e del Tribunale per i minorenni che sottopongo alla Vostra attenzione... [continua]

giovedì 5 giugno 2008

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA - 4/00265. PIANTA ORGANICA DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI FOGGIA

BORDO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia ha più volte sollecitato l'intervento del Ministero della giustizia per l'adeguamento degli organici, magistrati e personale di servizio, per far fronte agli adempimenti d'ufficio; al 31 dicembre 2007, i procedimenti pendenti contro noti erano circa 30.000 e ciascun sostituto procuratore in servizio aveva in carico una media di circa 2.000 procedimenti; tale carico di lavoro pone la Procura di Foggia al 20o posto in Italia su oltre 120 Procure operative; dalle indagini statistiche, effettuate periodicamente nel distretto della Corte d'appello di Bari, cui fanno capo 4 Tribunali, risulta che il 50 per cento dei procedimenti penali di secondo grado è stato trattato dalla Procura di Foggia; ad aggravare il quadro critico della Procura di Foggia, risultano vacanti almeno 9 posti nella pianta organica amministrativa: cancelliere C2, cancelliere C1; cancelliere B3; l'amministrazione della giustizia in provincia di Foggia risulta essere ancora più difficoltosa a causa della drastica riduzione dei sostituti procuratori in servizio presso la Procura del Tribunale di Lucera, passati da 4 a 2, dei quali 1 temporaneamente applicato dalla Procura di Bari; entrambe le Procure operano nel territorio in cui, statisticamente, c'è il numero più elevato di reati pro capite dell'intero territorio regionale, oltre ad essere particolarmente impegnate nelle attività di indagine, direttamente o a supporto della Direzione distrettuale antimafia, che interessano alcune tra le più pericolose cosche mafiose attive in Puglia -: come e quando il Ministro interrogato intende assicurare l'aumento della pianta organica della Procura della Repubblica di Foggia - prevedendo l'inserimento di almeno 7 Sostituti procuratori, un Procuratore aggiunto e 10 unità amministrative - ed in che tempi si intenda procedere alla ricostruzione della pianta organica della Procura della Repubblica di Lucera.(4-00265)

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA - 4/00263. INTERVENTI A FAVORE DEL SETTORE DELLA PESCA

BORDO. - Al Ministro delle politiche agricole e forestali. - Per sapere - premesso che: il settore della pesca è attanagliato da una grave crisi strutturale, che ha già determinato una consistente riduzione della flotta peschereccia; le organizzazioni di settore indicano, tra le principali cause che hanno determinato tale stato di crisi, l'incremento esponenziale del prezzo del gasolio e il progressivo scollamento tra i costi di produzione e il prezzo di vendita al dettaglio; il maggior costo del carburante, raddoppiato negli ultimi 12 mesi, è problema condiviso con tutte le marinerie d'Europa, come testimoniato dalla manifestazione sindacale organizzata a Bruxelles per sollecitare l'intervento della Commissione europea -: se il Governo ritenga attuabile la sperimentazione del fermo tecnico prolungato, previsto dal Fondo europeo per la pesca (FEP), da realizzarsi di concerto con le associazioni di categoria e armonizzando tale previsione con quella del fermo biologico stagionale, con l'obiettivo di ridurre il numero delle giornate di attività e prevedendo l'adozione di misure di sostegno a vantaggio delle imprese e dei lavoratori del settore; se il Governo intenda agire in sede europea per andare incontro alla richiesta, avanzata dalle organizzazioni professionali, di innalzamento della soglia attualmente posta a limite per l'individuazione degli aiuti di Stato; se il Governo intenda varare un intervento straordinario di calmierazione del prezzo del gasolio; se il Governo ritenga necessaria la convocazione di un tavolo tecnico con le organizzazioni professionali e sindacali e le compagnie petrolifere per contrastare e neutralizzare i fenomeni speculativi denunciati; se il Governo ritenga possibile lo stanziamento di un fondo speciale, finalizzato allo studio e all'adozione di innovativi sistemi di propulsione e all'utilizzo di carburanti alternativi e a minore impatto ambientale.(4-00263)

mercoledì 4 giugno 2008

“Bloccare le speculazioni sul costo del gasolio”. Bordo interviene sulla vertenza aperta dai pescatori

“Il Governo deve fare sentire la propria voce a Bruxelles se vogliamo garantire un futuro alla nostra pesca. Per l’immediato, la strada è segnata dalle organizzazioni professionali e sindacali: bisogna bloccare le speculazioni sul prezzo del gasolio”. L’on. Michele Bordo, deputato del PD, annuncia la presentazione di un’interpellanza al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali per sollecitare “un intervento a tutela di un settore fondamentale per l’economia pugliese e meridionale”. “Non è possibile immaginare che aziende già in crisi, a causa della ristrutturazione produttiva e delle calamità naturali, possano sopportare oltre il raddoppio del prezzo del gasolio negli ultimi 12 mesi – continua Bordo – per cui è indispensabile ottenere una modifica dell’attuale regime degli aiuti di Stato, così da consentire l’innalzamento del de minimis dagli attuali 30.000 euro/annui per azienda ai 100.000 euro richiesti dalle organizzazioni professionali. Nel frattempo, se ne ha voglia e capacità, il Governo potrebbe sperimentare proprio su questo campo la costruzione di una collaborazione operativa con le compagnie petrolifere. Altrettanto urgente è l’attuazione di un fermo biologico programmato, e sostenuto da ammortizzatori sociali, per favorire il recupero del valore del pescato. In prospettiva – conclude Michele Bordo – è opportuno che il ministro delle Politiche Agricole si ponga il tema dell’utilizzo di carburanti alternativi, meno costi e più ecologici, del gasolio”.

“Le Procure foggiane avamposto dello Stato in un territorio difficile”. Michele Bordo sollecita l’incremento dei magistrati a Foggia e Lucera

“Le Procure di Foggia e Lucera operano nel territorio in cui, statisticamente, si commette il numero più elevato di reati pro capite dell’intero territorio regionale; contestualmente, sono impegnate nelle attività di indagine, direttamente o a supporto della Direzione Distrettuale Antimafia, che interessano alcune tra le più pericolose cosche mafiose attive in Puglia. Cosa si aspetta ad incrementare il numero di magistrati?”. L’on. Michele Bordo, deputato del PD, ha presentato questa mattina un’interrogazione al Ministro della Giustizia con cui “sollecitare il Governo a tenere in debito conto le esigenze di due avamposti importanti nella lotta alla micro e alla macro criminalità”. “Il tema non è all’ordine del giorno da oggi – continua Bordo, ricordando la mozione nella precedente legislatura – e non ha colore politico: è necessario che lo Stato mostri con evidenza ed efficienza la propria presenza in Capitanata. Avere più magistrati e più funzionari in servizio serve ad evitare gli effetti distorsivi della prescrizione e ad ottenere giustizia in tempi ragionevoli; dunque, serve a favorire la diffusione di una maggiore fiducia verso lo Stato e le sue istituzioni. Infine, le statistiche citate dal Procuratore Russo nella sua lettera al ministro Alfano e quelle pubblicate dal Sole 24 Ore – conclude Michele Bordo – dovrebbero indurre lo stesso ministro ad affrontare con decisione e determinazione la questione dell’istituzione a Foggia di una sezione distaccata della Corte d’Appello di Bari”.

martedì 3 giugno 2008

Proposta di legge in materia di rilascio del permesso di soggiorno ai lavoratori stranieri per motivi di protezione sociale

ONOREVOLI COLLEGHI! L’emergenza immigrazione è tornata prepotentemente di attualità anche a seguito dell’emersione di gravissimi casi di sfruttamento della mano d’opera straniera. Come, purtroppo, molti noi sapevano anche prima delle recenti inchieste giornalistiche, e delle conseguenti attività di controllo del territorio e di repressione del fenomeno, ci sono vaste aree del Sud Italia in cui ancora si pratica il caporalato e la tratta delle braccia. Dove immigrati clandestini in cerca di un lavoro che possa sfamare loro stessi e le famiglie lasciate in patria vengono sfruttati fino al limite dello schiavismo da delinquenti che non possono definirsi imprenditori e che, in taluni casi, sono parte integrante di un sistema economico paramafioso o paracamorristico. Migliaia di donne e uomini costretti a vivere ai margini della società italiana in condizioni igienico-sanitarie ritenute, dall’organizzazione non governativa Medici Senza Frontiere, di livello inferiore rispetto agli standard minimi richiesti dall’ONU per i campi profughi in zone di guerra. Migliaia di lavoratori che la clandestinità condanna a vivere e lavorare senza apparire, pena l’espulsione dal nostro Paese. E quando lo sfruttamento emerge alla luce del sole, grazie all’impegno delle Forze dell’Ordine o degli organi ispettivi, sono i soli a non poter beneficiare del sistema di protezione sociale di cui godono gli operai agricoli e, più in generale, i lavoratori italiani. Lo status di clandestini impedisce di intentare azioni risarcitorie nei confronti di chi ha calpestato la loro dignità di esseri umani; così come non consente l’attivazione delle procedure previste dal nostro diritto del lavoro per ottenere, anche forzosamente, il giusto corrispettivo per la prestazione effettuata. La clandestinità cancella ogni diritto connesso allo status di lavoratore e ciò è inaccettabile in una “Repubblica fondata sul lavoro” (art.1 della Costituzione italiana), nel cui territorio si “tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni” (art.35 della Costituzione italiana). Nasce da queste considerazioni la proposta di legge per il rilascio del permesso di soggiorno ai lavoratori stranieri per motivi di protezione sociale, da concretizzarsi attraverso la modifica del testo dell’art.18 – Capo III del decreto legislativo 25 luglio 1998 n.286, che sottopongo alla Vostra attenzione. ART. 1 1. Al fine di garantire la tutela dei lavoratori immigrati clandestinamente, al comma 1 dell’art.18, Capo III Decreto legislativo n.286/98 segue il comma 1 bis il cui testo si specifica di seguito: Le previsioni di cui al comma 1 si applicano ai cittadini stranieri in danno dei quali siano accertate situazioni di violenza o grave sfruttamento nei luoghi di lavoro, ad opera di soggetti singoli o associati tra loro, accertate anche a seguito di denuncia effettuata dal diretto interessato e aggravate dalla pratica dell’intermediazione illegale di manodopera, anche al fine di garantire l’applicazione degli istituti di tutela dei lavoratori previsti dall’ordinamento statale.