giovedì 26 giugno 2008

Scarcerazione boss, Bordo chiede “trasparenza sulla cause”. E propone un “piano straordinario per la sicurezza sul Gargano”

“E’ difficile perfino trovare le parole giuste per esprimere l’indignazione per la scarcerazione di presunti boss e killer della mafia garganica”. Lo afferma Michele Bordo, deputato del PD, commentando la notizia dell’imminente ritorno in libertà del gotha dell’organizzazione mafiosa, ritenuta responsabile di decine di omicidi, estorsioni, traffico di droga ed altri gravissimi reati consumati nei territori di Monte S. Angelo, Manfredonia, San Nicandro Garganico. “Fino a ieri, in questi paesi, regnava il silenzio, la tipica pax mafiosa imposta dallo Stato con gli arresti – continua Bordo – ma chi conosce quegli ambienti sa che un’altra guerra di mafia può esplodere da un momento all’altro. Il ritorno dei boss può rappresentare il detonatore di una nuova esplosione di violenza. Le vittime delle organizzazioni criminali, i cittadini di questi paesi hanno il diritto di sapere perché e come è potuto accadere un fatto così grave. Per questa ragione, rivolgo un appello ai vertici del Tribunale di Foggia: spiegateci cosa non ha funzionato rendendo trasparenti procedure e problemi altrimenti poco comprensibili e ignoti”. Il deputato del PD annuncia, quindi, la presentazione di un’interrogazione al ministro della Giustizia. “Non è mia intenzione puntare l’indice contro qualcuno; anche se le eventuali responsabilità individuali vanno accertate ed eventualmente perseguite. Ciò che rileva è comprendere come sia potuto accadere che un uomo, accusato di 13 omicidi, sia libero di tornare a frequentare i luoghi della mattanza, cosa dobbiamo dire ai parenti delle vittime, quali sono le misure adottate per evitare che si incrocino per strada o in una bar del paese. E’ nostro diritto conoscere e comprendere ogni risvolto di questa assurda vicenda – conclude Michele Bordo – per poter far comprendere l’urgenza della definizione e attuazione di un vero e proprio piano strutturato per la sicurezza e la legalità nelle aree a rischio, fondato su investimenti destinati al potenziamento degli organici e delle dotazioni, finanziarie e infrastrutturali, degli apparati giudiziari e delle forze dell’ordine”.

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