venerdì 9 luglio 2010

“L'Università di Foggia rischia di chiudere grazie al Governo Berlusconi”. Michele Bordo propone una “alleanza istituzionale” per tutelare l’Ateneo

“L’Università di Foggia dovrebbe essere premiata dal Governo anche per la sua capacità di gestire oculatamente le scarse risorse disponibili, invece rischia di chiudere o di perdere l’autonomia perché potrebbe non pagare gli stipendi nei prossimi mesi. Se ciò accadesse, sarebbe un durissimo colpo inferto alla vita stessa della nostra comunità”. Anche l’on. Michele Bordo, deputato del PD, ha partecipato alla seduta congiunta e pubblica del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione di Ateneo convocata per condividere con la comunità foggiana le conseguenze dei tagli al Fondo di finanziamento per le Università. “Con le scelte compiute negli ultimi 2 anni dal governo Berlusconi – sintetizza Bordo – il sistema universitario fa un salto indietro di 10 anni e i soldi non basteranno neanche per l’ordinaria gestione della didattica, oggi garantita anche dal senso di responsabilità di migliaia di ricercatori che mettono al servizio degli studenti le proprie competenze ed il proprio tempo”. “A qualche ministro sfugge il fatto che, a dispetto delle decisioni del Governo, i nostri Atenei sono cresciuti di numero e si sono evoluti, producendo economia ed occupazione e contribuendo a promuovere sviluppo culturale e sociale particolarmente al Sud”. “L'ennesimo taglio” al Fondo ordinario di finanziamento, inoltre, “rischia di provocare la cancellazione della ricerca o, nella migliore delle ipotesi, di renderla inadeguata rispetto al contesto europeo e mondiale, giacché l’Italia contrae la spesa per 2 miliardi e la Francia ne investe 11”. Con ogni evidenza “oltralpe credono nel futuro e sostengono la competitività del sistema Paese investendo nel sapere; il nostro Governo ci condanna all’arretratezza ed alla subalternità culturale e professionale”. “Non è tagliando tutto ed a tutti che si fanno i conti con la crisi – continua il deputato del PD – anche perché i tagli voluti da Tremonti finiscono con il penalizzare territori già deficitari di infrastrutture e opportunità di sviluppo. Ecco perché bisogna ingaggiare una battaglia istituzionale forte e concreta”. Michele Bordo propone, infatti, la convocazione di una “riunione operativa” tra i vertici dell’Ateneo e i parlamentari eletti in Capitanata che abbia come obiettivo “la strutturazione della migliore strategia possibile a tutela della sopravvivenza e dell’autonomia gestionale dell’Università degli Studi di Foggia, respingendo radicalmente ogni ipotesi di accorpamento a quella di Bari”. A parere del deputato del PD, il confronto con il Governo dovrebbe incardinarsi sulla “necessità di modificare radicalmente il sistema di attribuzione delle risorse, fondandolo sulla virtuosità del destinatario e non sul criterio della spesa storica”, che fa riferimento ad anni in cui l’Ateneo foggiano era appena nato. “Dovrà pur valere qualcosa il fatto che la nostra Università è l’unica in Puglia a chiudere i bilanci in pareggio pur finanziando ambiziosi programmi di investimento in servizi e infrastrutture – sottolinea Michele Bordo – ed è tra quelle che hanno la maggiore capacità di attrazione di capitali esterni destinati alla ricerca. L’Università di Foggia è un patrimonio da valorizzare non da dilapidare per miopia politica e incapacità amministrativa. Il Governo – conclude il deputato del PD – non può sottrarci quanto abbiamo ottenuto a costo di enormi sacrifici e che ora inizia a produrre effetti sempre più visibili e ampi a favore del territorio”.

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