giovedì 18 marzo 2010

Frana SS 90,Bordo chiede di “utilizzare fondi FAS e risorse europee;ridurre i costi del biglietto ferroviario fin tanto che la linea è interrotta"

Ripristinare con urgenza il collegamento ferroviario nella tratta Panni (FG)-Montaguto (AV) e, nelle more, garantire agevolazioni tariffarie agli utenti della linea ferroviaria Lecce-Napoli/Roma in ragione del disagio sofferto; ripristinare l’integrità della Strada Statale 90 ‘delle Puglie’; finanziare e realizzare interventi strutturali per il contenimento della frana e l’attenuazione degli effetti sul territorio. Sono le richieste avanzate da Michele Bordo, deputato del Partito Democratico, nell’interrogazione presentata al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per portare all’attenzione del Governo “l’emergenza sociale e ambientale provocata dal più grande movimento franoso attivo d’Europa”. Proprio all’Unione Europea “si potrebbe e dovrebbe guardare – afferma Bordo a margine della formalizzazione dell’intervento – per verificare la possibilità di beneficiare di risorse straordinarie; altrimenti Ministero e Protezione Civile dovrebbero adoperarsi per coordinare le Regioni Campania e Puglia nell’adozione di misure a valere sui fondi europei per le aree dell’Obiettivo 1”. Per intanto, Michele Bordo ribadisce la “assoluta priorità” dell’intervento di ripristino della linea ferroviaria e della statale 90, entrambe danneggiate dalla frana, e sollecita il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a concertare con il gruppo Ferrovie dello Stato la riduzione del costo del biglietto sulla tratta Lecce-Napoli/Roma: “non si può chiedere di pagare lo stesso prezzo di un viaggio in Eurostar a chi, per diversi mesi ancora, sarà costretto a salire e scendere da treni e pullman e impiegherà almeno un’ora in più per arrivare nella capitale”. “Ciò che rilevo con ulteriore rammarico è il silenzio delle istituzioni statali, a partire dal ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, e dei media nazionali; quasi che i problemi e i drammi del Sud non riguardino l’intero Paese. Magari – conclude Michele Bordo – potrebbe essere questa l’occasione per impiegare finalmente nelle regioni meridionali una parte dei fondi FAS che il Governo ha sequestrato e utilizza per i motivi più disparati e sempre a vantaggio di altre zone del Paese”.

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